L'EDITORIALE
Si metta uno stop ai misfatti in Puglia di Flavia Pankiewicz
U
na primavera instabile, con nuvole e piogge ripetute, inusuali per questo periodo dell’anno in Puglia, fa sembrare l’estate lontana. Ma il caldo e la stagione del mare e dei più alti picchi di turismo arriveranno in un battibaleno. È particolarmente frustrante, dunque, per chi crede che un turismo sempre più sviluppato, sostenibile e ben indirizzato, possa diventare il più prezioso volano dell’economia della regione, leggere le notizie di cronaca locale di questo periodo. Novemila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania, bruciati o interrati illecitamente in ex-cave, fondi agricoli e persino aree protette del Foggiano, della BAT ed anche della Basilicata. Storia analoga di rifiuti interrati illecitamente anche in alcune località del Salento. Certo è un bene che tutto questo sia stato scoperto e che la macchina della giustizia sia in moto per individuare siti e responsabilità e per prevenire altri scempi, ma alle pubbliche amministrazioni preposte al risanamento si chiede a gran voce di bonificare presto e accuratamente le aree interessate e di darne poi notizia sui media, che dovrebbero impegnarsi a dare almeno altrettanta visibilità rispetto agli spazi dedicati agli attuali misfatti.
Ma non è tutto. Con l’avallo del Governo nazionale stanno per compiersi altri scempi sul territorio pugliese. A nulla è valsa l’affollata protesta popolare dei “No Tap”, che si è tenuta il 25 aprile sulle spiagge di San Foca, mentre la piattaforma Skate III, della Trans Adriatic Pipeline, effettuava nelle acque cristalline della marina di Melendugno, in provincia di Lecce, finora patrimonio di bagnanti e pescatori, gli ultimi rilievi per completare la documentazione e avviare i lavori di un gasdotto che sfregerà permanentemente, contro la volontà popolare, un tratto di costa del Salento.
Oltre alle condotte sottomarine anche ricerche petrolifere minacciano il delicato equilibrio dei mari che circondano la Puglia. Ai sindaci di Melendugno e Polignano a Mare, che hanno interpellato la Regione Puglia per avanzare le loro perplessità per il gasdotto e per le ricerche petrolifere avviate in Adriatico, davanti alle coste pugliesi, il presidente del Consiglio Regionale, Onofrio Introna ha così risposto: “L’oro della Puglia è il nostro mare, la vera energia è il nostro ambiente. Mi complimento con i due sindaci pugliesi che in questi giorni hanno sostenuto la causa dell’Adriatico, ribadendo il “No” alle minacce che ricerche petrolifere e condotte sottomarine fanno incombere sulle coste. Palazzo Chigi – ha aggiunto Introna – si decida a dare finalmente un piano energetico nazionale al paese e, se ritiene di cambiare la Costituzione, proceda pure, sottraendo competenze ambientali alle Regioni, ma sappia che escludere le amministrazioni locali non servirà a scavalcare l’opinione pubblica”.
Il valzer dei turisti che visiteranno la Puglia incalza. Perché non sia solo un giro ognuno si assuma le proprie responsabilità.
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