L'EDITORIALE
È italoamericano il più gettonato candidato sindaco di New York di Flavia Pankiewicz
O
rmai è conto alla rovescia. La data fatidica in cui New York elegge il suo nuovo sindaco è il 5 novembre. E in quella data, in Italia, una piccola città della Campania seguirà le elezioni in diretta non-stop. Si tratta di Sant’Agata dei Goti, provincia di Benevento, ed è il paese d’origine dei nonni materni del democratico Bill de Blasio, che i sondaggi danno nettamente in testa nella corsa per il Comune di New York.
È da Sant’Agata che negli anni Venti i de Blasio emigrarono per gli Stati Uniti e certo non potevano immaginare che quasi un secolo dopo un loro nipote sarebbe stato una perfetta incarnazione del sogno americano, mettendosi nelle condizioni di poter aspirare alla carica di sindaco più ambita del mondo.
Nato a New York col nome (paterno) di Warren Milhelm, e cresciuto nel Massachusets, l’aspirante sindaco ha cambiato legalmente il cognome con quello della madre d’origine italiana. Ha 52 anni ed è un gigante di quasi due metri. È difensore civico e vive a Park Slope (Brooklyn) con la moglie afroamericana, poetessa femminista ed ex lesbica dichiarata, e i due figli, Dante e Chiara, di 16 e 18 anni. Parte del suo successo sembra si debba proprio al giovanissimo Dante e al suo breve (34 secondi) ed efficace spot per promuovere la campagna elettorale del padre (visibile su YouTube).
Bill de Blasio sta cercando a sua volta di risvegliare l’orgoglio dell’elettorato liberal parlando di una New York divisa in due: i super-ricchi e i poveri, e il suo slogan parla chiaro: “due città da ricomporre”. Nel suo programma ci sono l’aumento delle tasse dei più ricchi per pagare gli asili nido per tutti, investimenti nell’edilizia popolare e lo stop ai fermi facili, soprattutto a danno delle minoranze etniche, da parte della Polizia di New York.
Se dovesse vincere sarebbe il quarto sindaco italoamericano nella storia di New York, dopo Fiorello La Guardia (1934-1945), da molti ancora considerato uno dei migliori sindaci che la città abbia mai avuto, il meno noto Vincent Impellitteri (1950-1953) e Rudolph Giuliani (1994-2001), un’altra “star”.
Lo sfidante, il repubblicano Joseph (Joe) Lhota, già direttore della Metropolitan Transportation Authority, la società che gestisce il trasporto pubblico nello Stato di New York, è d’origine ceca, con una nonna materna ebrea e un nonno materno d’origini italiane. Una vaga origine italiana, dunque, c’è anche per Lhota.
Tuttavia sembra che il fattore etnico non sia più importante come un tempo nel determinare l’elezione di un candidato. Una volta, in America, l’elettorato italoamericano o afroamericano, irlandese o ebreo votava compatto. Ora si guarda maggiormente agli interessi economici, alla sicurezza, alla qualità della vita che un certo programma elettorale potrebbe tutelare meglio di un altro. Questo per gli americani.
Mentre a Sant’Agata dei Goti non ci saranno eccezioni: aspetteranno tutti col fiato sospeso l’elezione del “loro” candidato. Come faranno tanti fan italiani della Grande Mela, che sarebbero felici di vedere le chiavi della città nelle mani di un sindaco d’origine italiana.
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