LA POESIA
Stupita m’infilo
in un gomitolo di vie
da dipanare
con sguardo di bambina estasiata;
in labirinti intricati
grondanti memorie, saggezze, sapori.
Vicoli come cunicoli,
pareti abbaglianti, bianche di latte
e squarci di tinte improvvise,
balconi come pennelli
d’arancio di indaco e viola
la calce a macchiar d’allegria.
Campanili svettanti
come vigili occhi
a scrutare dall’alto
cortili e contrade
a proteggere vite, sussurri, sospiri
e segreti d’amore e dolore.
Un filtrare di sole s’incunea
e colora ricami di pietra
portali, balconi e trionfi barocchi
narranti d’antiche casate
di storie d’incontri di scontri
d’amore di morte... chissà.
In corti come concavi abbracci
mi perdo, anch’io divengo segreto.
E il cuore si scioglie,
dimentico d’antico dolore,
a cantar salmodiando
sì pura emozione.
Da: Silenzio, mio canto, 2014, Lupo Editore, Copertino (Lecce)
Martina Franca (Taranto). Foto di Nicola Amato