LA POESIA
Una parola, una parola casuale
ispirata da un addio
ti ha raggiunto, ed ora tu
ti rallegri sapendo che, dopotutto,
ti sbagliavi nel credere
all’autosufficienza della felicità o del dolore.
Ti ricordi a mala pena
il suo viso, ma il suo viso s’illumina
d’ improvvisa luce che ami
e trovi sì vera e tipica di lui.
È una parola, o più,
è un pensiero, o meno,
che popola la tua Terra
d’un tratto, e ti fa vedere
qualcuno che ti aspetta su una riva,
qualcuno che cammina con te su un sentiero
di comune solitudine?
E non saprai mai
se era un tramonto o un’alba,
una valle o un’onda,
una montagna o un albero,
che in quel momento spingeva quell’unico uomo
ad augurarsi che tu fossi lì.
Tu – perché tu? Quel panorama
era in qualche modo incompleto senza di te – perché?
Ti ha associato alla luce
del sole che sbiadiva
rarefacendosi in rosso; o alla verde
ribellione dell’erba;
o al forte, ineluttabile
declino di un pendio?
Sai soltanto che quella scena,
per qualche misteriosa ragione di nuova vita
o morte antica, era tua
quel momento e quel giorno,
quando, fra così tanti uomini,
un uomo ha visto te sola
disposta ad affrontare con lui
il tragico terrore d’una cupa spelonca
o pronta a condividere la gloria di un sogno.
(Traduzione di Susan Perry e Flavia Pankiewicz)
Da Ninety poems (2012)
© Baroque Press, New York
Trani, porto. Foto Archivio Fotogramma