LA POESIA
Si può entrare di notte nel bosco,
col piede incerto, come nella casa.
Nel silenzio allontanarsi dal villaggio, perderlo:
come meta la tenebra del cuore.
Affondare nel sentiero a tentoni,
affondare la mano tra la terra e le foglie,
il muschio, sotto i sassi.
Sfiorare un corpo molle e viscido
che grugnisce e salta via.
Toccare bava in un rumore d’acqua,
o di vento leggero, o una forma sottile, gelata, sinuosa.
Col fiato che ti manca,
l’udito si affina e comunica
mentre perdi la via sprofondando
con lo scattare tra gli sterpi e i tronchi.
Non sono creature di magia,
ma vita e sonno che formicola,
senza luna, senza bene né male.
Da Jeanne d’Arc and Her Double (2011)
© GRADIVA PUBLICATIONS Stony Brook, New York
Gargano. Faggeta. Foto Archivio Fotogramma